Per comprendere a pieno come funzioni il risarcimento del danno per responsabilità del medico o della struttura sanitaria, va preliminarmente chiarito cosa si intenda per ‘malasanità’ ed ‘errore medico‘, due concetti di cui spesso non si conoscono definizione e significato, ma che sono alla base dell’intero processo.
Malasanità: significato
La malasanità in generale è rappresentata dal fallimento nella prestazione dei servizi offerti al paziente da parte del medico o della struttura sanitaria, sia pubblica che privata. Tale fallimento può consistere in un errore del medico o in una carenza propria della struttura sanitaria (come nel caso di infezioni di natura ospedaliera per carenza di igiene).
Il concetto vede le sue origini nella seconda metà dell’Ottocento in Inghilterra, quando Sir William Blackstone, un giurista inglese, parlò di mala praxis in relazione all’attività medica. Si diffuse poi in maniera capillare nel corso del XX secolo, diventando sempre più attuale.
In Italia, il termine malasanità non ha solo un significato, ma va ad indicare numerosi fenomeni, come:
- l’errore medico;
- le cure o gli interventi superflui, se non addirittura dannosi;
- la malagestione della sanità pubblica.
Errore medico: definizione
L’errore medico consiste in una mancanza o una svista in sede di intervento, alla base di eventi avversi significativi dal punto di vista clinico. Da ciò ne consegue che l’errore per essere considerato risarcibile, deve causare un evento avverso che altrimenti sarebbe stato evitabile.
Si tratta di un comportamento caratterizzato da:
- negligenza: l’errore viene compiuto per mancanza d’attenzione, di sollecitudine o di zelo.
- imperizia: quando la preparazione o competenza tecnica dei professionisti sanitari non è a livelli ottimali o nel caso di scostamenti dai protocolli operativi standard.
- imprudenza: nel caso in cui si eviti di adottare le necessarie precauzioni e cautele per evitare eventuali danni.
Lo possiamo individuare in relazione a numerosi fattori (diagnosi, terapia, intervento chirurgico, scelta interventistica, parto, informazione al paziente, ecc.) e possiamo scomporre in due principali tipologie: l’errore diagnostico e l’errore terapeutico. Il primo causa eventi avversi indirettamente ed è più difficile da individuare, mentre il secondo è caratterizzato da trattamenti inadeguati o, addirittura, dalla mancanza di intervento.
Può essere causato sia da un comportamento umano sia da carenze della struttura ospedaliera, che possono riguardare l’igiene degli ambienti, l’organizzazione del personale, le attrezzature, l’inadeguatezza della struttura stessa, ecc. Quanto innanzi, dunque, comporta una responsabilità a carico del medico e/o della struttura, in via solidale o in alternativa tra loro.
Quando si origina un danno da errore medico risarcibile?
A questo punto è necessario chiarire come non sempre la responsabilità del medico o dell’ospedale (sia pubblico che privato) origini un danno risarcibile.
Come già visto parlando dell’errore medico e della sua definizione, ai fini del risarcimento, invero, è necessario che l’errore del medico o le carenze ospedaliere abbiano causato un danno al paziente (o suoi familiari) che consista in una lesione fisica, nel decesso, o anche solo in una lesione del diritto alla scelta (autodeterminazione). Inoltre, è fondamentale che venga provato che l’evento danno poteva essere evitato se solo il medico o l’ospedale avessero adottato le misure dettate dalla scienza medica e dalle linee guida scientifiche per il caso specifico.
La situazione attuale
La situazione attuale è certamente migliorata rispetto al passato, con un’incidenza minore degli errori sanitari sul processo diagnostico/terapeutico/interventistico. Recenti studi hanno evidenziato come nel 3,7% dei ricoveri gli eventi avversi per malasanità hanno prolungato la degenza o provocato una disabilità permanente, di questi il 51% erano considerati evitabili, mentre il 13% causava disabilità permanente e il 5% era ad esito letale.
La causa più comune dei decessi viene individuata nell’insorgenza di complicazioni post-operatorie. Anche il fenomeno delle cadute dei pazienti in ospedale rappresenta ancora oggi uno dei problemi sanitari più frequenti e causa di gravi lesioni o decesso del paziente. La casistica indica che la caduta di pazienti all’interno di una struttura ospedaliera (per problemi strutturali o omessa sorveglianza) è, quasi nel 90% dei casi, prevedibile ed evitabile. Alla luce di quanto innanzi argomentato ne consegue come sia indispensabile affidarsi ad uno Studio Legale specializzato in materia di responsabilità sanitaria, che possa con puntualità esaminare il caso e verificare preliminarmente l’esistenza dei presupposti per una fondata azione di risarcimento del danno da errore sanitario. L’attento esame del caso da parte di uno Studio Legale esperto è indispensabile ai fini di una serena azione di risarcimento del danno sanitario subito dal paziente (o propri familiari), posto che non sempre l’errore del medico o le carenze della struttura generano il diritto ad essere risarciti.