Un caso di malasanità può originarsi da cause diverse e, spesso, complesse – a volte concomitanti e correlate, come nel caso di errori medici riconducibili a carenze della struttura ospedaliera – con conseguenze più o meno gravi per la vita e la salute, fisica e mentale, del paziente. È più che logico, quindi, chiedersi come denunciare un episodio di malasanità e quali siano le strade percorribili per ottenere un congruo risarcimento, oltre a quali gli errori da evitare per non complicare o peggiorare ulteriormente la situazione. Andiamo ad analizzare come sarebbe meglio procedere.
L’importanza dell’analisi preventiva
Diagnosi e/o terapie errate, errori in sala operatoria e nelle procedure post-operatorie, infezioni ospedaliere, imperizia durante le manovre del parto sono alcuni esempi di casi, purtroppo di non rara incidenza, che possono portare alla volontà di denunciare episodi in ambito sanitario dei quali si sente di essere stati vittime.
Far valere il proprio diritto e denunciare errori e negligenze subite in ambito medico-ospedaliero, soprattutto se all’origine di danni gravi e permanenti, è importante, però, quanto riflettere, possibilmente affiancati da esperti del settore, su quanto accaduto e sulla possibilità di dimostrarlo in sede civile e/o penale.
Prima di procedere con una denuncia è infatti necessario, in partenza, essere certi di poter portare prove sufficienti del nesso causa-effetto tra il presunto errore medico e il danno riportato. Questo passaggio non è sempre immediato, ma è in qualche modo essenziale per non commettere abusi e per evitare possibili controquerele o denunce per calunnia e diffamazione.
Ciò detto, le normali difficoltà che potrebbero presentarsi in un frangente così delicato e la necessaria prudenza nel muoversi per vie giudiziali non dovrebbero essere motivo per desistere dall’intenzione di ottenere un giusto risarcimento.
Per ciò che riguarda le tempistiche da rispettare per denunciare un caso di malasanità è necessario un distinguo sulla base dell’entità del danno. Nella maggior parte dei casi non devono essere trascorsi più di tre mesi dall’evento. Se la denuncia è mossa in seguito alla morte di un paziente non esiste questo limite, ma si dovrà fare riferimento solo ai tempi di prescrizione (10 anni per omicidio colposo in ambito sanitario).
A chi rivolgersi per malasanità e danni conseguenti
Dal tipo di danno subito e dalla sua gravità dipende anche la scelta rispetto alla sede, civile o penale, della denuncia. È possibile infatti procedere a una richiesta di risarcimento in sede civile, affiancati da avvocati esperti in quest’ambito, come anche rivolgersi alle autorità competenti per una denuncia penale.
Un’azione civile può avere come destinatario il medico e/o l’ospedale nel quale si è verificato l’evento. L’obiettivo sarà ottenere, attraverso una causa ordinaria, il giusto risarcimento relativamente ai danni subiti, siano essi morali, biologici o esistenziali:
- nel caso si scegliesse di portare in causa l’ospedale, si tratterà di riconoscere la responsabilità contrattuale della struttura, pubblica o privata che sia;
- nel caso la causa fosse intentata nei confronti di un medico si tratterà di riconoscere la responsabilità extra-contrattuale.
La distinzione non è da poco perché ha conseguenze sull’onere della prova. In un rapporto contrattuale paziente-ospedale spetterà alla struttura dimostrare che il danno subito dal paziente non era evitabile. In un rapporto extra-contrattuale tra paziente e medico spetta al primo dimostrare la responsabilità del secondo. I due casi differiscono anche nei tempi di prescrizione, pari a 5 anni per la responsabilità extra-contrattuale, a 10 per la responsabilità contrattuale.
Una denuncia penale può vedere invece coinvolte direttamente le Forze dell’Ordine. Ne segue un’indagine necessaria a dimostrare le responsabilità mediche alla base del danno o della morte del paziente. È una strada che è evidentemente consigliabile percorrere solo in casi particolarmente gravi – di rilevanza penale, appunto – e suffragati da prove certe rispetto alle colpe che si intende attribuire. La denuncia può essere avanzata in forma scritta e quindi consegnata in caserma, oppure a voce, e in questo caso sarà raccolta in forma di verbale.
Indipendentemente dal tipo di azione che si intende intraprendere sarà essenziale disporre di tutta la documentazione che è possibile recuperare rispetto all’evento denunciato: cartelle cliniche, referti, ricevute delle prestazioni, certificati. La stessa documentazione può essere sottoposta a un avvocato per un consulto professionale rispetto alla migliore strategia da adottare.